martedì 7 giugno 2011

L'uomo italo-fascista



L’Italia ‘on Gastò,chiustu paese d’uommene cu’ i c…! Vuie m’avite ditto..



Il cavalier Esposito è un personaggio significativo del libro, sia per la posizione che prende, che per quello che rappresenta.
All’inizio del libro si capisce subito che è il tipico uomo degl’anni ’30 , napoletano, che crede negli ideali della retorica fascista, orgoglioso e fiero di essere italiano, e che vede in Mussolini il salvatore della patria.
Questo suo modo di concepire la vita politica del momento è rappresentato dalla sua vecchia divisa,ormai tutta consumata, ma che per lui significa far vedere di essere un italiano vero.
Il fatto che tenesse le figlie chiuse in casa mostra la sua mentalità meridionale tipica di quegli anni; in più è orgoglioso e geloso del suo sgabuzzino adibito a bagno perché questo lo fa sentire più moderno e benestante.
Con la sua mentalità maschilista, tipica del fascismo, il cav. Esposito ammira in Don Gastone proprio quello che dovrebbe disapprovare, attribuendogli degli atti impuri che ancora Don Gastone non ha compiuto, e anche per il fatto che tutte le zitelle lo ammiravano e se lo contendevano, questo segno che era, nella mentalità del cavaliere, un vero Uomo. Infatti rimane molto deluso quando Don Gastone smentisce le sue convinzioni, cioè ribadisce la sua innocenza.
Quella virtù che il cav. Esposito esige dalle figlie, che virtuose non sono affatto,nemmeno lui la possiede, dato che all’arrivo di Fedora,tutta la sua dignità si sbriciola, e questo è rappresentato dal crollo del suo prezioso bagno.
La venerazione nei confronti di Don Gastone si trasforma in odio, gelosia e invidia, quando realizza che Fedora ama,contraccambiata, il prete. Il punto è che il povero cav. Esposito sognava Fedora, e la desiderava , ed era sconvolto e innamorato dalla sua sensualità. Egli si sarebbe accontentato di uno sguardo, o di una piccola carezza, ma anche in questo resta deluso, e ne esce distrutto.
Questo personaggio, a mio parere, è negativo: pieno di superbia, sprezzante verso chi lo circonda, con una mentalità retrograda e maschilista al massimo, servo del potere, debole coi forti e forte coi deboli.
E’ proprio un italiano dell’epoca: meschino, arido e falso persino con sé stesso.
Evidentemente la società fascista produceva questi personaggi spregevoli e l’Autore, attraverso il cav. Esposito, riesce molto bene a dimostrarcelo.


L. E.

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