mercoledì 27 aprile 2011

Di mia proprietà

«Maliziosa era Pinuccia, già grandicella, una signorinetta: anche lei guardava don Gastone e sotto il portico, al momento di dargli la mano, era diventata di fuoco e si era messa a smaniare. La povera Pinuccia era sempre rinchiusa a causa dell’età da marito e don Gastone era uno dei pochi uomini che le era capitato di vedere così da vicino, così il cav. Esposito aveva dovuto tirarsela in disparte: “Oè! Oè! Scostumata, chi ti ha insegnato a guardare in quel modo i sacerdoti? Svergognata!” e poi a strattoni, a pizzicotti, dandole una manata sulla testa: “Guarda per terra, và, che è meglio, beh!”»


Due giovani fidanzati sono seduti su una panchina di un parco e, d’un tratto, lui le sussurra dolcemente all’orecchio: “Sei mia!”, lei si gira e ricambia la dichiarazione con un bacio da manuale.
Sembra una delle tante scene che si vedono nelle commedie romantiche, quelle che quando escono sui grandi schermi,le sale si riempiono di coppiette che vogliono vedere se davvero quello che raccontano i grandi attori è quello che vivono loro nella loro vita quotidiana o soltanto una menzogna inventata per vendere.
Nel XX secolo è normale pensare che sia uno dei tanti modi per far capire quanto bene si voglia ad una persona e quanto la si voglia avere accanto, ma fino a qualche decennio fa’ le cose non andavano proprio così. Esistevano delle vere e proprie regole di comportamento, una sorta di galateo ecco, che le future spose dovevano conoscere alla perfezione, in modo da non deludere i loro “cari maritini”. Potevano essere viste come delle schiave, sotto un certo aspetto, prima di possesso del padre e poi del marito, non erano mai delle donne libere del tutto. I matrimoni diventavano solo dei mezzi per ottenere un qualcosa, una pace, un titolo nobiliare o, nel medioevo, per evitare di frammentare un impero in più parti, non erano più contratti d’amore ma di interesse.
Non era raro vedere un giovane presentarsi a casa della fanciulla scelta dalla famiglia per il “grande passo”, portando con sé doni di ogni genere, al fine di facilitare l’approvazione del futuro suocero.
E se anche dopo il matrimonio, l’amore non arrivava? Infondo gli sposi erano dei perfetti sconosciuti costretti a vivere sotto uno stesso tetto ed all’epoca non esisteva certo il concetto di divorzio; se non si amava più l’altro/a l’unica possibile soluzione era un’amante (anche se la storia conosce mille casi di uccisioni di amanti e amati). Forse era un rischio che ci si poteva permettere di correre per poter cercare di essere felici.
Mentre ora tutto questo ha smesso di succedere nel nostro paese, ci sono ancora molte realtà al mondo in cui queste realtà situazioni sono vive e presenti, come  in Afganistan, dove la donna deve rispettare delle regole ferree per non rischiare di venire lapidata  o uccisa in altri modi (alcuni esempi di divieti? L’uso di cosmetici è vietato e alle donne con smalto sono state tagliate le dita; ridere ad alta voce non è permesso perché non si deve sentire la voce di una donna, né tantomeno si possono portare i tacchi perché fanno rumore e l’uomo non deve sentire i passi di una donna).
Cosa ne pensate? Meglio possedere a uomo pur non amandolo per non perdere le tradizioni e non deludere la famiglia o sposare un uomo che si ama ma non ben visto della famiglia?

A. B.

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